Lasciateci…danzare: rivelazioni d’artista
1) Come e quando sei stato/a rapito/a dalla danza?
Nel ’96 vedendo una coreografia di David Parson al Teatro Nuovo di Milano. I danzatori erano talmente leggeri e fluttuanti che rimasi incantato e rapito, li decisi di voler danzare. La coreografia si chiamava “Nascimento” con musiche dell’omonimo musicista Brasiliano.
2) Come gestisci il concetto di Tempo e Spazio?
Il tempo e lo spazio sono elementi in forte connessione. Ciò che accade di interessante in queste due dimensioni sono gli eventi, cioè quei momenti unici ed irripetibili che rendono la scena viva e “al presente”. In quei momenti c’è la possibilità del “viaggio nel tempo”, dimensione che sulla scena diventa sogno; l’Oltre.
3) Quali nodi tematici attraversa questo spettacolo?
Alla base della ricerca artistica c’è il rapporto tra uomo e natura. L’elemento olio diventa simbolo del fluire dei rapporti umani, nel senso della cura verso l’altro. L’olio in quanto essenza, in questo spettacolo è un parallelo con l’essenza umana.
4) Tre parole che esprimano il dialogo che vorresti creare con il pubblico
Onestà, Chiarezza, Trasporto.
5) Con quale costume entreresti in una scena deserta?
Con un mantello rosso.
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